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martedì 13 agosto 2013

Lo spirito conta più della tecnica.


"Tra gli allievi di Bokuden ce n'era uno dotato di straordinaria abilità tecnica.
Una volta, mentre camminava per strada, l'allievo passò vicino a un cavallo ombroso che improvvisamente gli sferrò un calcio, ma lui compì un'abile schivata per evitarlo e sfuggì all'incidente.
i testimoni presenti dissero: "la fama di essere uno dei migliori allievi di Bokuden è pienamente meritata. Bokuden non tramanderà sicuramente ad altri i suoi segreti."
MA quando Bokuden seppe di questo incidente si inquietò molto e disse: "mi sono sbagliato sul suo conto", poi lo espulse dalla sua scuola.
Nessuno degli altri allievi comprese il pensiero di Bokuden, e decisero che non si poteva far altro che imitare il modo in cui il maestro stesso si sarebbe comportato in simili circostanze.
per fare ciò, attaccarono un cavallo particolarmente bizzoso a un carro sulla strada lungo la quale sapevano che Bokuden sarebbe passato.
Spiarono di nascosto la scena da una certa distanza e con grande sorpresa videro Bokuden attraversare la strada per andare dalla parte opposta standosene bene alla larga dal cavallo.
Questo finale colse tutti alla sprovvista e in seguito, dopo aver confessato a Bokuden il loro esperimento, gli chiesero per quale motivo avesse cacciato così all'improvviso il suo discepolo.
Bokuden rispose: "se una persona ha un'attitudine mentale che la porta a camminare distrattamente vicino a un cavallo senza considerare le sue possibili reazioni, essa è una causa persa per un insegnante, non importa quanto si applichi allo studio delle tecniche. Credevo che lui fosse una persona dotata di maggior buon senso, ma mi sbagliavo." 

(Tratto da G. Funakoshi, I venti principi del Karate, Edizioni Mediterranee)

Non è un caso che io abbia scelto questo breve racconto per iniziare a scrivere su questo blog dedicato al Ki. Ju. Go. e, in generale, alle arti marziali.
Anche il titolo non è casuale ed altro non è che il quinto dei venti principi del Karate elencati dal Maestro Gikin Funakoshi.
Lo spirito conta più della tecnica.
Se agli occhi della gente comune il far fronte ad un pericolo attuale e concreto sfoderando una tecnica magistrale può essere visto come una cosa strabiliante e degna di profonda stima, per un vero artista marziale ciò che realmente conta è lo stare decisamente alla larga dai guai.
Il cambiare strada per evitare il cavallo bizzoso può rappresentare infatti una metafora di tutta una serie di accorgimenti che sono alla base dello spirito del Karate e nello specifico, dato che è di questo che ci occupiamo in questa sede, della difesa personale.
La difesa personale, infatti, parte proprio dallo spirito, la cui maturazione ci può portare ad evitare fino all'ultimo proprio quelle situazioni per cui alla fine può risultare necessario lo scontro fisico.
Ma lo scontro fisico è proprio ciò che un vero artista marziale, e in ogni caso ogni persona assennata, deve evitare a tutti i costi in quanto anche un semplice "cazzotto", se tirato nel punto giusto (e di "punti giusti" nel corpo ve ne sono anche troppi!) e con la giusta potenza, può arrecare danni seri all'organismo, spesso purtroppo anche irreparabili.
La difesa personale, quindi, non deve intendersi solamente come lo studio di tecniche di combattimento utili a difendersi da un'aggressione, ma deve coincidere con una maturazione dello spirito tale per cui l'uso della forza non rappresenti altro che una "soluzione estrema" allorché l'aggressione non sia altrimenti evitabile.
Ho ritenuto necessaria questa premessa in questo mio primo intervento, in quanto sono convinto che lo studio delle arti marziali debba coincidere con un atteggiamento contrario alla violenza e che debba mirare ad un benessere fisico, mentale e spirituale.
In questo blog cercherò di trasmettere il mio amore per le arti marziali e il mio modo di vivere le stesse, dentro e fuori dal dojo, partendo dalla pratica del Ki. Ju. Go. e spaziando a 360 gradi per tutto l'universo del Karate, per condividere insieme a chiunque abbia interesse questo mio magnifico viaggio lungo la Via.
Un ringraziamento particolare va al mio Maestro, Cosimo Spedicato, che mi ha indicato la Via e che mi accompagna ogni giorno in questo cammino.
Ma soprattutto il mio grazie va a tutte le persone che praticano con me il Ki. Ju. Go., grazie alle quali ogni giorno percorro un nuovo passo importante nella misteriosa e affascinante strada delle arti marziali.
Oss!