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domenica 30 ottobre 2016

Lezione n.8 del 27/10/2016


In una giornata piovosa e con un bel po' di defezioni abbiamo concluso il mese di ottobre continuando ad esercitare le leve articolari.
Ma soprattutto ci abbiamo dato dentro con la preparazione fisica dato che la nostra Titti era particolarmente ispirata.
Abbiamo notato in particolare i progressi fatti a livello fisico in questo primo mese.
Direi che la strada è quella giusta!
C'è ancora tanto da lavorare, ma se queste sono le premesse il livello che si raggiungerà a giugno sarà davvero soddisfacente!

Cogliamo l'occasione per comunicare che Martedì 01 Novembre la palestra sarà chiusa.
Ovviamente recupereremo la lezione!

Ci vediamo giovedì 3!

Oss


giovedì 27 ottobre 2016

Lezione n. 7 del 25/10/2016



Si inizia a entrare nel vivo del corso!
Dopo le premesse sui calci e sui pugni iniziamo ad affrontare il discorso sulle leve articolari, premessa necessaria  per poter applicare la maggior parte delle tecniche del Ki. Ju. Go.
Ma anche in questo caso un'ulteriore premessa è d'obbligo.
E' impensabile effettuare una leva articolare se prima non ci si è posti nelle condizioni di poterla effettivamente applicare.
Mi spiego meglio e prendo ancora una volta come esempio l'eventualità di essere attaccati da un avversario fisicamente molto più forte di noi: un conto è l'allenamento che si effettua in palestra, dove chi ci è di fronte è predisposto a subire la tecnica e un conto è la realtà della strada, in cui l'aggressività e la foga rendono quasi impossibile la "pulizia" della tecnica.
Ecco allora che interviene nuovamente il concetto di REAZIONE.
Se il mio avversario non lo stordisco con un attacco diretto a uno dei punti sensibili o non gli faccio "perdere quell'attimo" (fargli calare cioè per un'istante la foga e la guardia, anche con una semplice distrazione) sarà molto difficile che quella leva possa riuscire.
Questo per due motivi:
Il primo è che a prescindere dal fatto che l'avversario possa essere un individuo più forte di noi, nel momento in cui aggredisce (e sicuramente non aggredirà con gli attacchi lineari e accademici che si effettuano in palestra) non ci concederà facilmente la possibilità di effettuare una presa perfetta come quelle che ci riescono in palestre.
Il secondo è che poichè ad ogni mossa può seguire una contromossa, un avversario già stordito avrà meno possibilità di reagire a una presa di uno invece pronto a contrattaccare.
Proprio per questi due motivi tutti gli esercizi che si faranno sulle prese non potranno mai prescindere dalla REAZIONE iniziale.
Torneremo ovviamente a parlarne!

Oss

venerdì 21 ottobre 2016

Lezione n.6 del 20/10/2016



Continuiamo a parlare un po' del calcio, in particolare di quello frontale.
Ribadendo la divisione del calcio in 4 movimenti abbiamo sottolineato l'importanza di non lasciare andare la gamba dopo l'esecuzione, ma di richiamare il ginocchio per poter rimanere in equilibrio.
Questo allo scopo di non trovarsi squilibrati contro un avversario che è riuscito a schivare il nostro attacco, ma anche per poter colpire un secondo bersaglio dopo il primo impatto.
Abbiamo visto anche con quali parti del piede colpire e siamo un po' "tornati indietro nel tempo", a Okinawa, quando si usava colpire con la punta del piede.
Ma allora ci si allenava con i cosiddetti Makiwara (bersagli di legno usati per rinforzare i punti di impatto del corpo) e le dita dei piedi correvano meno rischi di traumi.
Oggi questo tipo di calcio è consigliabile solo se si indossano scarpe con una unta sufficientemente dura, altrimenti si rischia di farsi male sul serio!
Quando poi il karate fu esportato in Giappone e insegnato nelle scuole ci si rese conto che questo tipo di impatto era pericolosissimo sia per chi lo lanciava ma anche e soprattutto per chi lo subiva!
Ecco che si introdusse l'odierno calcio con l'avampiede (Koshi)!
E quale parte del piede usare allora?
Dipende.
Dipende appunto dalle circostanze, dalla distanza, dalle scarpe indossate, insomma da numerosi fattori, per cui alleneremo i calci di punta, di avampiede, di collo e di tallone.
Anche questo sarà argomento di numerose prossime lezioni!

Oss

mercoledì 19 ottobre 2016

Lezione n.5 del 18/10/2016



Dopo la prima premessa sull'Atemi Waza abbiamo iniziato questa sera a parlare del primo punto sensibile, IL NASO, argomento tra l'altro della prima dispensa del corso fornita oggi all'inizio della lezione (ovviamente chi non era presente ne avrà una copia quanto prima!).
Perchè iniziare proprio dal naso?
Fondamentalmente per due motivi:
Innanzitutto è un bersaglio molto "facile", nel senso che è sporgente, privo di naturali protezioni, intuitivo da colpire e soprattutto si presta ad essere meta della reazione per gli strangolamenti visti nelle lezioni precedenti.
In secondo luogo il naso è un punto vitale che, se ben colpito, può portare addirittura alla morte di chi ha subito il colpo.
O comunque un colpo al naso può portare abbondante sanguinamento e lacerazioni agli occhi.
Questo fa capire quanto sia importante conoscerlo come punto sensibile anche e soprattutto in funzione della sua difesa.
Da qui l'importanza fondamentale di un atteggiamento sempre in guardia con le mani sempre pronte a difendere il volto.
L'allenamento di oggi si è quindi basato sull'impatto della mano, utilizzando il palmo e lavorando a coppia con i colpitori seguendo le tecniche di Marco.
E poi vabbè.... tanto e tanto potenziamento con la Titti!!

Oss

venerdì 14 ottobre 2016

Lezione n.4 del 13/10/2016



Con la lezione di ieri sera si è aperto lo studio dell'Atemi Waza, cioè dei punti vitali, di quei punti del corpo che se colpiti nel modo giusto possono provocare effetti devastanti sull'avversario.
Si è fatta (e si fa tuttora) una precisazione molto importante: lo studio dei punti vitali è un argomento molto delicato vista l'intrinseca pericolosità della sua applicazione pratica e non ci sogneremmo mai di incitare i discenti ad un loro uso improprio.
Piuttosto è importante capire come il corpo umano sia pieno di questi punti proprio per capire quanto pericolosa possa essere una "scazzottata" e quanta finzione ci sia in televisione quando si mostra gente in piedi e fresca come una rosa al termine di una rissa.
La funzione di questo studio allora qual è?
La risposta è nella premessa che facciamo ogni qualvolta ci apprestiamo a mostrare ogni tecnica: quando si affronta un aggressore questo potrebbe essere più forte di noi dal punto di vista fisico.
O, in ogni caso, la foga dell'aggressione lo può rendere più forte.
Una tecnica di difesa personale può divenire dunque inefficace se si punta sulla forza, perchè prese, leve o proiezioni possono diventare del tutto inefficaci o inapplicabili se il nostro oppositore risponde con una certa forza o se comunque non subisce prima una nostra REAZIONE.
Ecco l'importanza della REAZIONE: far perdere quell'attimo, far perdere la forza in quel momento per poi, solo allora, solo dopo aver reagito, effettuare la tecnica vera e propria.
Ma studiando bene i punti vitali e i modi di colpirli (argomento che verrà trattato per ovvi motivi solo a lezione e non anche sul sito) si arriverà alla conclusione che l'applicazione della tecnica sarà solo eventuale e comunque secondaria.
Non ci stancheremo mai di ripetere che fondamento di tutto il Ki. Ju. Go. è e sarà sempre la REAZIONE, che consisterà proprio nel colpire uno di questi punti, causando perdita di equilibrio, stordimento o danni ancora più seri.

Oss

mercoledì 12 ottobre 2016

Lezione n.3 dell' 11/10/2016


Si continua a parlare del pugno, a come sia fondamentale "stringerlo" nel modo giusto.
E' un dettaglio che spesso viene sottovalutato, soprattutto quando si è abituati a usare fasciature (che aiutano a tenere "dritto" il polso) e protezioni varie.
Risultato è il rischio di farsi seriamente male quando poi si tira un pugno a mani nude!
E' un dettaglio a fare la differenza, cioè la parte della mano su cui concentrare la forza quando si stringe il pugno.
Abbiamo visto come è importante concentrare nel punto giusto la stretta del pugno, sia per sfruttare al meglio la frza dello stesso, sia per mantenere sempre "dritto" il polso ed evitare spiacevoli infortuni.
Ma anche quale sarà la parte del pugno dove avverrà l'impatto!
Ovviamente torneremo a trattarne abbondantemente!

Oss



venerdì 7 ottobre 2016

Lezione n.2 del 06/10/2016

Come pensare un calcio?
Questo fu uno dei primi insegnamenti che mi impartì il Maestro Spedicato:
Immaginiamo la frusta di un cocchiere, composta da un manico e da un cordino.
Per lanciare il cordino non si muove quest'ultimo, ma il manico!
E così pensiamo alla nostra gamba proprio come a una frusta: dal bacino al ginocchio il manico, dal ginocchio al piede la corda, un perfetto frustino!
Ecco perchè per lanciare un calcio efficace dobbiamo "agitare il manico", in parole povere, dobbiamo pensare di tirare una ginocchiata.
Ecco perchè la ginnastica m.a.n. si sta basando molto su questo!
Nella difesa personale conta di più la breve distanza, ecco allora che la ginocchiata sarà un must dei nostri allenamenti.
E se poi la distanza aumenterà agitiamo il manico, che la frusta andrà da sola!

mercoledì 5 ottobre 2016

Buona la prima! Lezione n.1 del 04/10/2016.


Ed eccoci finalmente giunti all'inizio del corso!
Dopo la preparazione svolta a settembre si inizia a fare sul serio.
D'ora in poi il programma del corso seguirà due strade parallele e complementari, dividendo in questa prima fase lo studio delle principali tecniche del Ki.Ju.Go. da quello dei fondamentali delle tecniche di calcio e di pugno.
Diciamo la verità, è inutile studiare una complessa tecnica che prevede l'utilizzo di un pugno se poi non si è prima studiato come tirare lo stesso.
Anche perchè, mantenendo le distanze dalle scazzottate televisive e dagli sport da combattimento che prevedono l'utilizzo di guanti protettivi, è bene precisare che sferrando un pugno è più probabile farsi male che fare male!
E questo soprattutto per via della struttura ossea della mano, assai complessa e delicata, soprattutto se paragonata ad esempio alla robustezza di una tempia o della fronte.
Come anche vetri rotti o denti spezzati possono facilmente lacerare muscoli o legamenti.
Ecco perchè all'inizio è bene utilizzare, comunque con le dovute accortezze, il palmo della mano anzichè le nocche, quanto meno finchè non si è acquisita una padronanza tale da permettere, almeno in condizioni "normali" e controllate, di sferrare un pugno con una tecnica sufficientemente sicura per non farsi male in allenamento.
Nel corso della prima lezione si è intensificata la ginnastica mirata alla respirazione e alla coordinazione, mentre la ginnastica m.a.n. è stata mirata al primo dei fondamenti del pugno: la rotazione del busto, essenziale per conferire al colpo la maggior potenza possibile.