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martedì 26 dicembre 2017

Lezione n.23 del 21/12/2017


Lezione dedicata a delle combinazioni di parata - attacco - leva articolare.
Abbiamo esaminato in particolare due ipotesi:

  1. Il nostro avversario ci attacca con un diretto: partendo dalla "finta guardia" deviamo con la mano aperta e le dita serrate il suo attacco facendo leva sulla torsione del nostro busto; colpiamo con un pugno le costole rimaste scoperte, effettuiamo la proiezione articolare facendo leva sulla sua mano e sull'articolazione della spalla con l'altra nostra mano.
  2. Il nostro avversario ci attacca con una sventola: "pariamo" (in realtà colpiamo per fargli male) il colpo andando a colpire con il dorso dell'avambraccio (con il muscolo, mai con le ossa!) l'avambraccio dell'avversario; colpiamo con il pugno il suo naso o il suo mento e infine con entrambe le nostre mani effettuiamo una leva articolare sulla sua mano.
La lezione si è poi conclusa con gli auguri di Natale e gustandoci i preziosissimi e deliziosissimi "fritti" fatti dalla nostra Emanuela!

Oss!

mercoledì 20 dicembre 2017

Lezione n.22 del 19/12/2017


Nel corso dell'ultima lezione abbiamo iniziato a vedere i primi spostamenti.
E' molto importante, nel combattere, spostarsi nel modo giusto, evitando di "incrociare le gambe" rischiando di ritrovarsi in equilibrio precario.
E' importante allora mantenere sempre gambe larghe quanto le spalle e piedi paralleli, mantenendo sempre la posizione di  finta guardia.
Per spostarsi all'indietro le due gambe non si muovono alternativamente ma è la posteriore che precede il movimento di quella anteriore per ritrovarsi poi sempre alla stessa distanza l'una dall'altra.
Per gli spostamenti laterali invece prediligiamo il Sabaki.

Abbiamo lavorato sugli spostamenti sia singolarmente che in coppia, sfidandoci a turno a toccare la spalla dell'avversario,potendosi quest'ultimo proteggere solo con gli spostamenti.

Oss!

venerdì 15 dicembre 2017

Lezione n.21 del 14/12/2017


Abbiamo ripreso a parlare della gola, questa volta non come zona del corpo da proteggere, bensì come bersaglio da colpire.
Più precisamente abbiamo introdotto il colpo effettuato con il taglio della mano (in giapponese shuto uke), che se portato nel giusto modo può essere devastante.
In particolare bersagli principali sono la regione sternocleidomastoidea e la zona anteriore in corrispondenza della trachea, che è un vero e proprio punto vitale.
Fondamentale è la contrazione delle dita, anche se non devono essere queste a colpire il bersaglio.
E' importante la contrazione del mignolo, ma anche il pollice, serrato e con l'ultima falange coricata sul palmo della mano in corrispondenza dell'attaccatura del dito indice.
Abbiamo lavorato molto con i colpitori, per iniziare a sviluppare la sensibilità del contatto.
Torneremo sull'argomento.
Oss!

mercoledì 13 dicembre 2017

Lezione n.20 del 12/12/2017



Un'altra lezione dedicata alla schivata e al contrattacco.
Per la schivata abbiamo lavorato camminando schivando per tutta la sua lunghezza una cima lunga 10 metri e tesa all'altezza del volto effettuando un contrattacco alto.
Successivamente abbiamo lavorato con i colpitori a coppia: diretti incrociati, schivata e contrattacco basso mirato alla milza e al fegato, del quale si è accennata la valenza come punto vitale.
Tutte le serie gli esercizi sono stati intervallati da serie di potenziamento che hanno reso più "difficile" e intensa tutta la lezione.

Oss!

lunedì 11 dicembre 2017

Lezione n.19 del 07/12/2017


Nel corso dell'ultima lezione abbiamo introdotto la schivata.
Si è trattato pertanto di un allenamento di stampo pugilistico, basato molto sulla ginnastica M.A.N..
Ci siamo soffermati su alcuni dettagli come la posizione del busto e la difesa della testa (troppo spesso si tende a effettuare schivate "in avanti", rischiando di subire colpi d'incontro).
Abbiamo poi introdotto il relativo contrattacco, come seguito dell'uscita in schivata verso il lato "esterno" dell'avversario lavorando a coppia con i colpitori.
Torneremo spesso sull'argomento.

Oss!

martedì 5 dicembre 2017

Lezione n.18 del 05/12/2017


Apriamo il mese di dicembre tornando ad approfondire il discorso sul Sabaki, movimento con cui "trasformiamo il nostro corpo in un compasso" per effettuare spostamenti, attacchi e proiezioni.

Dopo averlo allenato con la ginnastica M.A.N.  ne abbiamo visto  due possibili applicazioni partendo da prese da dietro con una mano ad una delle due spalle.

Un deciso sabaki effettuato con la guardia alta consente di liberarsi agevolmente e di colpire con facilità l'avversario, indipendentemente da quale spalla viene afferrata (e dalla mano usata dall'avversario) e dal verso in cui si gira.

Un sabaki unito al piegamento della gamba "che fa da matita" ci consente invece di liberarci e di andare poi a colpire facilmente la zona inguinale permettendoci successivamente di rialzarsi andando dall'esterno ad afferrare il braccio dell'avversario bloccandogli il polso con l'ascella, il gomito con il dorso della corrispettiva mano e la spalla con il palmo della mano opposta.

A questo punto non sarà difficile portare a terra l'avversario già indebolito dal precedente colpo all'inguine con un altro sabaki all'indietro.

Torneremo più avanti sull'argomento.

Oss!

venerdì 1 dicembre 2017

Lezione n.17 del 30/11/2017


Nell'ultima lezione abbiamo lavorato sulla reazione a una presa da dietro mirata a bloccare busto e braccia dell'aggredito.
Si tratta di una situazione che si può verificare soprattutto quando si affrontano più avversari.
Anche in questo caso è inutile giocare di forza in quanto, come detto più volte in precedenza, si parte spesso svantaggiati.
Ciò che conta è la reazione, che può avvenire schiacciando il piede dell'avversario, tirando una testata all'indietro verso il mento o il naso, piegandosi bruscamente in avanti per colpire la zona del basso ventre o in altri modi che variano a seconda della situazione e delle caratteristiche fisiche nostre e del nostro avversario.
Una volta effettuata la reazione bisogna piegarsi velocemente dritti sulle gambe, allargando i gomiti all'esterno con i pugni all'altezza dei capezzoli.
Una volta liberati si può poi procedere a colpire l'avversario, magari con delle gomitate all'indietro, o si può, se ci sono le condizioni, scappare via.

Lezione n.16 del 28/11/2017


Lezione nuovamente dedicata al calcio circolare.
Per gli assenti della lezione precedente abbiamo ripreso lo studio di questo calcio scomponendolo nei 4 movimenti, ponendo particolarmente l'attenzione sul movimento del piede d'appoggio.
Chi invece era presente e i "veterani" hanno invece provato combinazioni varie di calcio circolare seguito da pugno e viceversa.

martedì 28 novembre 2017

Lezione n.15 del 23/11/2017


Durante l'ultimo allenamento abbiamo parlato del calcio circolare.
La premessa fondamentale è che il calcio circolare deve essere inteso come un colpo mirato a parti basse del corpo: la spettacolarità di calci in faccia o comunque alti è più adatta ai ring o alla televisione, ma è sconsigliata in situazioni di combattimento in strada.
Questo non per scoraggiare l'allenamento di calci alti, anzi, ma per allenare meglio bersagli più facilmente raggiungibili come l'articolazione del ginocchio e l'arteria femorale.
Proprio quest'ultima va colpita con un colpo non orizzontale, ma angolato verso l'alto o verso il basso, esattamente come un boscaiolo colpisce l'albero con l'ascia.
Anche il calcio circolare, così come il frontale, lo abbiamo studiato diviso nei 4 movimenti prestando molta attenzione al richiamo della gamba e, soprattutto, alla guardia (che anche i professionisti tendono ad abbassare) che deve sempre rimanere alta, anche se istintivamente spesso si portano le braccia in basso come per darsi più slancio (ma su questo personalmente ho dei dubbi, anzi la guardia alta aiuta nella rotazione del busto, fondamentale anche qui).
Abbiamo lavorato in coppia dapprima a vuoto e poi con i colpitori, mentre i veterani hanno usato il sacco.
Importante è il punto di impatto, anche qui molto influenzato dal tipo di calzature indossate.
Alla media distanza un colpo portato con la tibia può essere devastante, mentre si sconsiglia l'impatto con la punta.
Torneremo spesso sull'argomento.

Oss!

mercoledì 22 novembre 2017

Lezione n.14 del 21/11/2017


Torniamo allo studio dei punti sensibili andandone a vedere due molto intuitivi ma non troppo facili da colpire: il mento e l'articolazione tempro-mandibolare.

Il primo, nel gergo pugilistico, viene detto "il bottone" poichè se viene colpito dal basso verso l'altro con inclinazione di 45° si genera un'onda d'urto che letteralmente "spegne" l'avversario per perdita di sensi.
Ci vuole forza e bisogna tener presente che può essere più duro delle nostre nocche.

L'articolazione tempro - mandibolare è invece molto più delicata e tende a slogarsi facilmente se colpita.
Addirittura un colpo tirato dritto per dritto con il collo dell'avversario girato può tranquillamente causarne la frattura.
In ogni caso per testarne la sensibilità basta con una nocca premere contro di essa. Infatti è molto utile come reazione a una presa.

Abbiamo lavorato con i colpitori per allenare la forza e la precisione dei colpi mirati a questi importanti bersagli.

Oss!

lunedì 20 novembre 2017

Lezione n.13 del 16/11/2017


Nell'ultima lezione abbiamo visto delle altre tecniche di liberazione che sfruttano le leve articolari al polso e alla mano.
Viste le numerose new entry è stato necessario ribadire la premessa che sta alla base del Ki Ju Go: se prima non reagiamo, queste tecniche quasi sicuramente non funzioneranno.
Non funzioneranno perchè il vostro avversario potrebbe essere più forte e in ogni caso opporrà una certa resistenza.
Ecco perchè fondamentale sarà colpire prima un punto sensibile e poi sfruttare il conseguente momento di debolezza dell'avversario per applicargli una leva articolare.


  • 1 caso: vi afferrano per la gola: calcio o ginocchiata all'inguine, presa di entrambi i polsi con le mani bloccando la zona superiore del metacarpo con il pollice, l'articolazione del polso con le altre dita e indientreggiando di un passo mentre si va giù, portandosi con sè l'avversario.
  • 2 caso: vi afferrano il bavero della giacca per sferrarvi un pugno: colpo sul naso, afferrare allo stesso modo la mano dell'avversario con quella corrispondente alla parte del bavero afferrata ma questa volta effettuando una torsione verso l'esterno.
Ovviamente vedremo altri casi, ma  potremmo vederne all'infinito, l'importante è capire i principi baase!

Oss!

mercoledì 15 novembre 2017

Lezione n.12 del 14/11/2017


Nell'ultima lezione abbiamo allenato le prime leve articolari partendo da quelle alla mano.
Capovolgendo il classico schema di lezione abbiamo prima simulato un'azione reale per poi vedere la tecnica alla base.
Quello che è fondamentale capire è che le articolazioni hanno un loro verso di movimento e per farsì che le leve funzionino bisogna:

  • esasperare il loro verso (ma lo vedremo più avanti)
  • oppure muoverle in senso opposto.
Per far ciò bisogna tenere a mente che
  1. bisogna bloccare il polso
  2. bisogna far leva sulle estremità della mano
  3. tenendo a mente che se il palmo è rivolto verso l'alto bisognerà rotearla verso l'esterno e, viceversa, se è rivolto verso il basso bisognerà rotearla verso l'interno.
Ovviamente la premessa è d'obbligo e spiega perchè abbiamo "capovolto" la lezione partendo dalla realtà:
Se prima non portiamo una reazione efficace non potremo mai pensare di poter eseguire una corretta leva articolare (magari "parando" il pugno manco fossimo Gigi Buffon) facendo leva sulla forza e sulla mera tecnica.
Se indeboliamo l'avversario o gli facciamo "perdere l'attimo", solo allora potremo portare una tecnica efficace.

Per portare la tecnica a mani alternate:
  1. il palmo si appoggia sul polso bloccandolo
  2. il pollice tiene fermo il metacarpo
  3. le restanti dita, simulando l'utilizzo delle dita nell'impugnare e suonare le note di una chitarra, effettuano la leva sull'estremità della mano. 
Nel corso della prossima lezione vedremo altre tecniche analoghe.

Oss!

lunedì 13 novembre 2017

Lezione n.11 del 09/11/2017


Alcuni fatti di cronaca ci hanno dato lo spunto per parlare di un attacco purtroppo molto frequente nelle risse da strada: la testata.
Rimandando il discorso sulla tecnica, abbiamo affrontato invece il modo con cui evitarla.
Innanzitutto con la giusta distanza: sia perchè la testata funziona se portata a breve distanza, sia perchè mettersi muso a muso con l'avversario limita la nostra difesa e può portare quest'ultimo ad innervosirsi o a leggere in voi un atteggiamento di sfida.
In secondo luogo mai fidarsi: per noi è eticamente sbagliato usare un colpo così improvviso e inaspettato (un colpo infame, dai!), ma per i nostri avversari no, questo ci differenzia sicuramente da loro (ed è importante), ma questo non deve farci pensare che ciò che non faremmo non lo possiamo invece subire.

Successivamente abbiamo lavorato con i pugni usando a coppia i colpitori.

Oss!

mercoledì 8 novembre 2017

Lezione n.10 del 07/11/2017


Dopo un mese di allenamenti era giusto fare un piccolo riepilogo.
Abbiamo visto il significato della ginnastica M.A.N. applicando la tecnica nascosta dietro al movimento che accompagna la respirazione durante le fasi di recupero.
Quel movimento è in realtà un'efficace tecnica per evitare gli strangolamenti se applicata con la giusta respirazione.

Successivamente abbiamo rivisto come sferrare un punto ricordando in particolar modo:


  • la stretta del dito mignolo
  • l'impatto con il seiken
  • la rotazione dell'avambraccio
  • il movimento del tronco e dei piedi.
Abbiamo infine introdotto le leve articolari, che vedremo però nella prossima lezione.

Oss!

martedì 7 novembre 2017

Lezione n.9 del 02/11/2017



La lezione di oggi è iniziata con lo studio tecnico di due principali calci, frontale e circolare, partendo dalla scomposizione nei 4 movimenti, per poi andare a provare l intera tecnica con Potenza e velocità,  a vuoto, per cui con una maggiore difficoltà di controllo della forza e dell'equilibrio. Si sono poi susseguite tecniche  doppie, di gambe e braccia, prima a comando, e poi libere, in modo da osservare l istinto di ogni allievo e comprendere i personali punti di forza e debolezza, prima a vuoto e poi sul sacco.

lunedì 30 ottobre 2017

Lezione n.8 del 26/10/2017


Abbiamo iniziato lo studio dei punti vitali iniziando da uno dei più intuitivi: il NASO.
Sporgente e composto prevalentemente di cartilagine si presenta come un bersaglio facile da raggiungere e molto efficace in quanto può essere efficacemente colpito in due modi.

Se colpito "dritto per dritto" può facilmente portare alla rottura della crista galli (strato osseo retrostante) portando a un ingente sanguinamento e probabile lacerazione degli occhi.

Se colpito invece dal basso verso l'alto con inclinazione di 45° l'effetto è ancora più devastante: le ossa del naso potrebbero conficcarsi nel cervello causando il decesso.

Nel corso della lezione abbiamo allenato i due tipi di colpi lavorando a coppia con i colpitori.

Oss!

mercoledì 25 ottobre 2017

Lezione n.7 del 24/10/2017


Abbiamo iniziato a parlare dei punti vitali.
L'importanza di questo studio sta nel fatto che chi subisce un'aggressione parte da una serie di svantaggi rispetto all'aggressore.
Innanzitutto la vittima viene scelta: l'aggressore sceglie una "preda facile", magari distratta e dall'aria poco offensiva.
In secondo luogo l'aggressore opera generalmente in uno stato di eccitazione, con produzione corporea di endorfine che lo portano a incrementare la sua forza.
Al contrario l'adrenalina inibisce le reazioni della vittima e la indebolisce ulteriormente.
Infine è da tenere presente che l'aggressore può già essere di partenza più forte dell'aggredito.
Tutto questo per ribadire che senza una reazione efficace le tecniche possono non funzionare.
E per essere efficace una rezione deve essere mirata a colpire uno dei punti vitali, quei punti che, se colpiti nel modo giusto, possono portare stordimento, perdita dei sensi o addirittura morte.
Nel corso delle prossime lezioni studieremo a uno a uno i principali punti vitali, come colpirli e gli effetti che ne scaturiscono.

Oss!


lunedì 23 ottobre 2017

Lezione n.6 del 19/10/2017


Abbiamo iniziato a parlare di uno dei movimenti fondamentali delle arti marziali: il Sabaki.
Per capirlo dobbiamo pensare a un compasso, le cui gambe rimangono alla stessa distanza, senza mai incrociarsi, con la punta ben salda sul foglio, mentre l'altra gamba disegna un semicerchio ruotando sul perno centrale (la nostra testa).
In questo modo ci sposteremo mantenendo saldo l'equilibrio, ma soprattutto potendo sfruttare al meglio il nostro baricentro.
Vedremo che il sabaki sarà fondamentale per gli spostamenti, ma anche per effettuare leve e proiezioni!

Oss!

sabato 21 ottobre 2017

LA PALESTRA APRE I BATTENTI!


Lunedì 23 e Mercoledì 25 Ottobre la Scuola Izumo vi invita a due lezioni di prova gratuite!
Potrete partecipare o anche semplicemente assistere a partire dalle 20:00 a degli allenamenti specifici di Karate Shotokan tradizionale e di Difesa Personale tenuti dal Maestro Cosimo Spedicato, colui che ha portato a Lecce il Karate dopo averlo appreso dal Maestro Shirai.
Le lezioni sono aperte a tutti, indipendentemente dal grado di conoscenza nelle arti marziali e dalla preparazione fisica.
Vi aspettiamo!


mercoledì 18 ottobre 2017

Lezione n.5 del 17/10/2017


L'importanza della REAZIONE.
Il filo conduttore del Ki. Ju. Go. è e sarà sempre lo stesso: le tecniche di difesa personale possono essere belle e complesse quanto volete, ma se prima non reagite difficilmente potranno funzionare.
Tenete presente che l'aggressore SCEGLIE la sua vittima, quasi sempre immaginando che questa non sia in grado di reagire.
Molto spesso sceglie una vittima all'apparenza più debole e spesso è così.
Studiamo numerose tecniche e leve articolari, ma siete convinti che possano sempre funzionare contro un avversario fisicamente più forte di voi?
Prendiamo poi in considerazione un altro aspetto: chi aggredisce è anche in uno stato di eccitazione e il corpo sviluppa endorfine che gli conferiscono maggior forza nei movimenti grossolani (ad esempio prese e strangolamenti).
Viceversa chi è aggredito spesso viene preso dal panico e "si blocca", il corpo sviluppa adrenalina, le gambe tremano e la forza diminuisce.
Ecco allora che entra in gioco la reazione, che va di pari passo con lo studio dei punti vitali, numerosissimi nel corpo umano e che, se colpiti nel modo giusto, possono portare anche alla morte dell'individuo.
Di sicuro provocano stordimento, che è fondamentale in quanto l'aggressore per un attimo "perde l'attimo", cala la sua concentrazione, crolla la sua forza E SOLO ALLORA una tecnica potrà essere efficace.
Torneremo a parlarne in modo più approfondito.

Nel corso della lezione "i vecchi" hanno iniziato ad allenare combinazioni di calci e pugni in bianco.

I "nuovi" invece hanno iniziato a studiare la difesa da una presa a un braccio.
Fondamentale, come detto, è reagire.
Dopodiché bisogna sfruttare la leva del braccio: avvicinarsi "chiudendo l'ascella" trasformandolo in una leva sfavorevole e roteare il gomito verso l'esterno.
Provare per credere!

martedì 17 ottobre 2017

Lezione n.4 del 12/10/2017


Non è importante solo sapere COSA fare, ma anche e soprattutto COME farlo.
Come abbiamo visto per il pugno, un colpo sferrato male può portare più danni che benefici.
Lo stesso vale per il calcio.
Un calcio portato male può crearci seri problemi al piede e alle articolazioni, ecco perchè è importante conoscere il giusto movimento e il punto preciso dell'impatto.
Sotto quest'ultimo aspetto va precisato che storicamente a Okinawa il calcio veniva tirato con la punta del piede, ma questa veniva allenata con i makiwara, dei bersagli costruiti appositamente per rinforzare le nocche delle mani e le punte dei piedi.
Oggi generalmente le dita del piede non vengono più allenate in questo modo quindi non è difficile rompersele con una "putazza".
Vi è poi da dire che quando il karate prese piede nelle scuole giapponesi ci si rese conto che il calcio di punta fosse molto pericoloso non solo per chi lo tirava, ma anche e soprattutto per chi lo subiva.
Per questo si introdusse il calcio con l'avampiede (Koshi).
Oggi quindi come va tirato il calcio?
DIPENDE.
Dipende innanzitutto dalla posizione del bersaglio, per cui sarà meglio possibile colpire di avampiede (frontale), di tallone (ad ascia), di collo (verso l'alto), di stinco (per lo più circolari) a seconda del tipo di impatto.
Ma dipende anche dal tipo di calzature indossate, poichè una punta rinforzata in certe scarpe da donna o in certi stivali anfibi possono conferire al calcio un effetto devastante.
Detto questo vedremo nelle prossime lezioni come effettuare il giusto movimento.

Oss!

mercoledì 11 ottobre 2017

Lezione n.3 del 10/10/2017


Che vuol dire "Difesa Personale"?
O meglio, a che si riferisce quel "Personale"?
Una prima risposta può sicuramente essere "difendere la propria persona".
Ottima risposta, ma ne suggerisco anche un'altra, che parte dal presupposto che "Personale" andrebbe meglio inteso come "Personalizzabile"!
Personalizzabile nel senso che non dobbiamo essere noi ad adattarci alla tecnica, ma deve essere la tecnica ad adattarsi a noi.
A noi e alle nostre caratteristiche fisiche.

Tante volte, trovandomi a parlare con vari praticanti di arti marziali mi viene posto il solito quesito: "ma è più efficace il Karate o il Kung Fu? La Muay Thai o il Judo? Il Ju Jitsu o il Pugilato? Il Tai Chi o il Tae Kwon Do? La Kick Boxing o il Ki Ju Go?"

Di solito preferisco non rispondere, perchè la domanda potrebbe essere anche legittima, ma ogni risposta potrebbe seriamente essere stupida.

Io di solito rispondo dicendo che in Cina si svilupparono innumerevoli stili di lotta, molto diversi tra loro e con principi di base totalmente differenti.
Questo non perchè ce ne fosse uno più efficace di un altro in senso assoluto, ma perchè la Cina era ed è immensa.
Da una parte erano alti, da un'altra bassi, in certe regioni l'attività principale era l'agricoltura, in altre il commercio.

Fondamentalmente a stili di combattimento diversi corrispondevano caratteristiche fisiche diverse.

C'erano quelli più predisposti per i calci, quelli più predisposti per i pugni, quelli con un fisico più adatto alla lotta a terra, quelli più agili e quelli più forti.

E ad ognuna di queste caratteristiche corrispondeva un diverso stile di lotta.

Ecco perchè trovo stupido parlare di uno stile più efficace di un altro e allora la domanda che uno dovrebbe porsi è: "Quale stile è più efficace per le mie caratteristiche?"

Ecco allora che si può comprendere il significato di quel "Personale".
Ecco che tutto si basa sulla persona, sulle proprie caratteristiche psicofisiche e sul proprio istinto.

Non si parte dalla tecnica, ma dalla persona.
Non si impara a memoria una tecnica specifica per una particolare situazione che in strada non sarà mai uguale a quello che si fa in palestra.
Si impara un principio, una base che ci permette grazie al nostro istinto di creare la nostra tecnica, sul momento, grazie alla reattività.

E' inutile imparare a memoria le espressioni matematiche, ma è fondamentale imparare a risolverle grazie ai principi della matematica.
Si parte dalle tabelline, dall'abc.

E l'istinto?
L'istinto è reagire con un principio fatto proprio con l'allenamento.
Allenare il principio finchè non diventa parte di noi, finchè una reazione non sarà istintiva, fatta senza pensarci.
E' un po' alla base di quello che in Giappone chiamavano Mushin, cioè "Non Mente".

Vi aspettiamo per approfondire in modo sempre più pratico l'argomento!

martedì 10 ottobre 2017

Lezione n.2 del 05/10/2017


Premessa fondamentale della difesa personale è la REAZIONE, di cui parleremo abbondantemente nel corso delle prossime lezioni.
Tuttavia è importante, proprio a tal proposito, anticipare un elemento importantissimo, cioè il PUGNO, che è alla base di moltissime reazioni.
Il problema fondamentale è che tirando un pugno è molto più facile farsi male piuttosto che fare del male.
Per capirlo basta notare la differenza tra le ossa della mano e quelle, ad esempio, del cranio.
Ecco che allora è inutile dire "reagite tirando un pugno" se il pugno non lo si sa tirare.
Nella Boxe, nella Kick Boxing, nella Muay Thai e in molti altri sport da combattimento si utilizzano guantoni e fasce che servono a tirare un pugno in sicurezza proteggendo le nocche e il polso.
E' ovvio che in mezzo la strada difficilmente avremo la possibilità di indossare fasce e guantoni, per cui è necessario imparare a tirare correttamente un pugno.
Per ora abbiamo accennato tre elementi:

  1. corretta chiusura della mano
  2. rotazione dell'avambraccio
  3. movimento del busto.
Per ora li abbiamo solo accennati, ma li svilupperemo nelle prossime lezioni!

Oss!

mercoledì 4 ottobre 2017

Lezione n.1 del 03/10/2017


Dopo la pesante preparazione fisica fatta a settembre (durante la quale tuttavia, secondo Marco, "non abbiamo fatto niente!") abbiamo inaugurato il corso con due importanti "giochi" che, secondo i principi della ginnastica M.A.N. sono utilissimi per apprendere la tecnica quasi senza accorgersene.
Il primo gioco (e i nostalgici capiranno la foto) è il c.d. "gioco del coccodrillo" consistente in una sfida 1 contro 1 in cui i contendenti si sfidano muovendosi nella posizione di partenza delle flessioni sulle braccia e cercando di far cadere l'avversario afferrandogli il braccio e facendogli perdere il già precario equilibrio.
Molto utile per sviluppare forza e resistenza.
Il secondo gioco consisteva invece nel simulare un combattimento in cui tuttavia l'unico obiettivo è riuscire a toccare la spalla dell'avversario.
All'inizio l'avversario potrà solo schivare o evitare in modo passivo, ma man mano che si andrà avanti diventerà sempre più attivo.
Molto utile per far acquisire una posizione che non faccia scoprire le spalle ma che anzi ci consenta ad avere il nostro aggressore sempre al vertice del triangolo con le nostre spalle.
Abbiamo anche introdotto la variante 2 contro 1.

Oss

mercoledì 13 settembre 2017

Si ricomincia!



Ed eccoci qua ad iniziare un nuovo anno insieme!
Anche quest'anno il mese di settembre sarà dedicato ad una ripresa della forma fisica dopo i bagordi estivi di cui tutti ci siamo irrimediabilmente macchiati, mentre il corso riprenderà regolarmente ad ottobre!
Le novità saranno tante, non vogliamo anticiparvi niente, per ora ci limiteremo a dirvi che vi aspettiamo domani sera a partire dalle 21!

lunedì 10 luglio 2017

Lezioni riepilogative di Giugno e Luglio



L'ultimo mese di lezione, comprensivo della seconda metà di giugno e dell'inizio di luglio ha avuto ad oggetto un riepilogo approfondito di quanto fatto durante tutto l'anno.
L'impostazione delle lezioni ha proseguito lo schema classico, implementando la fase del potenziamento fisico e approfondendo le tecniche fin qui studiate.
Si è lavorato molto anche a coppia, soprattutto con i colpitori, anticipando quello che sarà il filo conduttore del corso avanzato che inizierà ad ottobre, cioè la REALTA'.

Comunico che il corso si concluderà giovedì 13 luglio, poi ci sarà la pausa estiva!

venerdì 16 giugno 2017

Buon viaggio amico mio..




Non credevo ce l'avrei fatta a ricominciare, a tenere una lezione a così pochi giorni dalla tua partenza verso luoghi infiniti.
Ma come mi hai dimostrato in tante occasioni bisogna andare avanti sempre, ostinatamente, anche quando la vita ci mette spalle al muro, con davanti a noi tutto quello che sembra andarci contro.
Ma tu mi hai dimostrato che tutto si può affrontare, anche quando è così più grosso e forte di noi.
Hai avuto la forza di scherzare, di provare a rassicurarmi fino all'ultimo anche quando volevo essere io a darti forza...
E invece eri tu che mi dicevi di stare tranquillo, che andava tutto bene, che tutto si sarebbe risolto.
Ci hai messo così poco a diventare un AMICO vero, non mi sembra possibile che sia stata solo una parentesi, perchè io non la chiuderò mai, resterai sempre uno dei più bei ricordi della mia vita.
E pensare che era iniziato tutto così per caso un anno fa, un incontro di sfuggita, una richiesta di informazioni sui corsi, di quelle che ricevo tante volte e che spesso non trovano un seguito.
Invece dopo qualche tempo mi arrivò il tuo messaggio, chiedendomi se mi ricordassi di te, di quel giorno e se fossi disposto a prenderci un caffè per parlare un po' di questo Ki. Ju. Go.
Bastò così poco per entrare in sintonia e per capire che insieme avremmo passato dei bei momenti...
E così iniziammo in pochi, per poi diventare un gruppo numeroso nel quale ti sei saputo far apprezzare da tutti.
Sempre una battuta pronta, sempre il massimo impegno e sempre la volontà di percorrere un percorso insieme.
E questo mentre la vita ci stava preparando questo scherzo, pronta a tornare con tutta la sua crudeltà, come se non bastasse tutto quello che affrontavi ogni giorno.
Ma tu per noi eri "Er Pilota", quel personaggio affascinante che ogni fine settimana ci mandava i saluti da una parte diversa del mondo, che cercava di sdrammatizzare le paure verso gli aerei o che riusciva a dissacrare ogni vittoria della Juventus... mentre declinavi ogni mio invito a prepararmi una amatriciana vegetariana...
 Non credevo sarebbe stato tutto così bello e ora tutto così difficile.
Ma in questo mese e mezzo in cui preparavi le valige per il tuo viaggio sei riuscito sempre a darmi la speranza, anzi, la convinzione che si fosse trattato solo di un arrivederci.
Perchè io ti aspetto ancora, aspetto ancora la risposta all'ultimo messaggio, aspetto ancora che finisci di leggere il libro che ti ho prestato, aspetto ancora che torni ad allenarti e a scherzare con noi...
Il dolore è forte, ma ancora più forte è la convinzione che in qualche modo la tua conoscenza ha reso più belli questi mesi a molti di noi.
Il nostro è solo un arrivederci, l'ennesimo arrivederci scambiatoci alla vigilia di un tuo viaggio.
Non ci fermeremo, andremo avanti per te e con te.
Non smetteremo mai di credere che tu continuerai per sempre ad essere uno di noi e di illuderci che un giorno scenderai di nuovo quelle scale, chiederai scusa per il ritardo, lancerai una battuta ad Andrea e di nuovo ricominceremo da dove avevamo lasciato.
Buon viaggio Amico mio, non dimenticheremo mai quello che sono stati questi mesi insieme, quello che sei stato e sarai sempre per noi.
Alla tua Frank, grazie di tutto, per sempre.



martedì 13 giugno 2017

Lezioni n.64 e 65 del 6 e dell'8/06/2017



Iniziato giugno si entra nell'ultima fase del corso, una fase che da un lato è decisamente riepilogativa di quanto fatto durante l'anno, dall'altra è incentrata sulla realtà e sulla simulazione realistica delle tecniche.
Nelle ultime due lezioni abbiamo rivisto le prese alla gola e gli attacchi frontali di pugno e di calcio.
Abbiamo allenato la reazione, ponendo l'attenzione non tanto sulla tecnica quanto sull'istinto, lavorando 1 contro 1.

martedì 6 giugno 2017

Lezioni n.62 e 63 del 30/05 e del 01/06/2017


Non è un caso che abbia deciso di trattare insieme queste ultime due lezioni, vista la delicatezza dell'argomento: la difesa da coltello.
Molto spesso mi viene chiesto se nel corso è prevista la difesa dagli attacchi di coltello visto e considerato che in molti altri corsi di queste tecniche se ne vedono molte.
Io personalmente non tratto molto questo argomento, quantomeno in un corso base, ma inizio ad affrontare la problematica rimandando certi studi a momenti successivi, quando cioè si hanno basi molto più consolidate e una padronanza maggiore dei principi alla base del Ki. Ju. Go..

Innanzitutto se io insegnassi delle tecniche facendo pensare ad un mio allievo di poter affrontare in mezzo alla strada un avversario armato mi sentirei un disonesto, un venditore di fumo.

Già è difficilissimo affrontare per strada un avversario disarmato per tutti i motivi visti durante il corso, se poi questi ha un coltello in mano la situazione si complica ulteriormente e questo per una serie di problematiche:


  • I COLTELLI NON SONO FATTI DI PLASTICA: certe tecniche vengono spesso studiate con armi di plastica ingenerando una finta sicurezza nel praticante che poi scompare subito per diventare panico quando ci si accorge che i coltelli veri pungono, tagliano e non concedono pietà se la tecnica (per lo più di bloccaggio e di presa del coltello stesso) non viene portata a buon fine.
  • NELLA REALTA' NON SI SUBISCE UN ATTACCO ALLA VOLTA: la cronaca, nel descrivere gli omicidi e le aggressioni effettuate per mezzo di un coltello, parla quasi sempre di più coltellate subite e non di una sola. Questo perchè lo status mentale dell'aggressore e la sua aggressività si risolvono in attacchi composti da più colpi portati nell'arco di una singola azione. Ecco perchè trovo poco corretto allenarsi contro attacchi costituiti da un unico fendente o da un singolo colpo. Magari portato lentamente e con poca condizione.
Queste semplici considerazioni bastano, a mio avviso, per ritenere impossibile il poter imparare con un semplice corso e poche lezioni a combattere a mani nude contro un avversario dotato di un' arma che, statisticamente, nella breve distanza, metterebbe in serie difficoltà anche una persona armata di pistola.

Inoltre un tossicodipendente, armato, spesso ha tremori alla mano in situazioni difficili e già questo, se il coltello è puntato direttamente al corpo, può causare ferite.

Quando abbiamo un coltello puntato alla schiena ogni movimento rischia di procurare ferite a noi stessi e se non abbiamo idea delle dimensioni della lama, come facciamo a portare a termine una tecnica efficace?

O mettiamo in conto l'idea di dover sacrificare la nostra piena integrità fisica per provare una difesa che comunque non è detto che funzioni oppure bisogna sempre fare una valutazione seria degli interessi in gioco per capire se è meglio scappare, cedere alle richieste o provare il tutto per tutto.

Ma questo va stabilito caso per caso, situazione su situazione e soprattutto in base alla posta in gioco.

Detto questo, è allora inutile studiare la difesa da coltello?
Assolutamente no.
Questa premessa era necessaria per comprendere quanto fatto a lezione.

Quanto ciò che conti, nella difesa personale, non sia tanto la tecnica, quanto l'atteggiamento mentale.

E con esso, la conoscenza di pochi ma fondamentali principi:

  • cercare di evitare lo scontro se non è davvero di vitale importanza
  • cercare di schivare gli attacchi, possibilmente verso l'esterno
  • evitare il contatto con la lama a meno che non sia necessario 
  • se non si riesce a tenere alla giusta distanza l'avversario fare in modo che la forza sia portata in modo tale da allontanare la lama verso l'esterno.
L'applicazione di questi principi è stato l'oggetto di queste due ultime lezioni.
Per approfondirli o rivederli insieme l'appuntamento è, come al solito, in palestra!




sabato 27 maggio 2017

Lezione n.61 del 25/05/2017


Lezione dedicata a un forte potenziamento fisico.
Dapprima con un circuito della durata di mezz'ora (per i volontari che hanno voluto allenarsi un'ora in più a partire dalle 20) per poi proseguire con le tecniche in posizione bassa.
Questa volta però applicate tramite i colpitori.
Successivamente le stesse tecniche sono state applicate da posizione alta sempre con i colpitori in modo esplosivo.

Oss!

giovedì 25 maggio 2017

Lezione n.60 del 23/05/2017



Nell'ultima lezione abbiamo approfondito alcune tecniche fondamentali lavorando anche sul potenziamento fisico.
Il Ki. Ju. Go. come sappiamo nasce dall'applicazione dei principali kata del Karate Shotokan e come metodologia di allenamento molto si avvicina al Karate praticato ad Okinawa prima di essere esportato in Giappone.
Stavolta però abbiamo voluto "rubare" qualcosa al Karate moderno nella metodologia, in particolare l'uso delle posizioni basse.
Bisogna precisare che le posizioni basse furono una trovata del figlio del Maestro Funakoshi, Gigo (o Yoshitaka), riconosciuto come il modernizzatore dello Shotokan.
Costui infatti, di salute cagionevole, utilizzava queste posizioni per potenziarsi rapidamente lavorando sulla contrazione isometrica dei muscoli di gambe e addome.
Personalmente ritengo che una pratica costante di queste posizioni porti a lungo andare a problemi più o meno seri alle articolazioni, ma allenarsi una volta ogni tanto in questo modo non può che fare bene.
Ecco allora che in posizione bassa abbiamo allenato pugni, calci e gomitate.
L'effetto è quello di una molla.
Bassi siamo una molla premuta, pronta a scattare quando lavoriamo poi in posizione alta.

lunedì 22 maggio 2017

Lezione n.59 del 18/05/2017


Lezione dedicata alle parate dai calci.

Abbiamo visto innanzitutto la parata dal calcio circolare, allenando il movimento della gamba e la posizione del piede e del corpo.
Questo ovviamente se il calcio dell'avversario è portato ad un'altezza tale da essere intercettato più agevolmente con le gambe che con le braccia.
Il piede a martello invece favorisce la contrazione dei muscoli tibiali, per assorbire meglio il colpo con la parte della gamba ricoperta dai muscoli.

Abbiamo visto poi la schivata dal calcio frontale, ponendo la massima attenzione sull'uscita laterale, verso il lato esterno rispetto al calcio dell'avversario.
Questo ci mette al riparo da altri attacchi e ci porta in una posizione di vantaggio rispetto all'avversario che avrà meno possibilità di difendersi.

Rivedremo meglio questi argomenti.

Oss!

mercoledì 17 maggio 2017

Lezione n.58 del 16/05/2017


Lezione dedicata alle "parate".
Le virgolette sono d'obbligo in quanto nelle Arti Marziali, in particolare nel vero Karate, le parate non esistono o quantomeno non sono certo quelle passive che siamo abituati a considerare (e che purtroppo si vedono in molte palestre che prediligono l'aspetto scenografico dell'Arte Marziale a quello concreto e per le quali l'Arte stessa è nata).
Pararsi semplicemente ponendo un braccio davanti alla testa non ci proteggerà certo da una percossa portata con violenza ma addirittura può amplificare gli effetti della stessa.
Ecco allora che dobbiamo considerare la "parata" come un vero e proprio attacco, mirato a far male all'aggressore.
Questo porterà i seguenti effetti:

  • innanzitutto maggior riuscita in fase difensiva (la miglior difesa è l'attacco!)
  • si tratta di una reazione che molto probabilmente sorprenderà il nostro avversario
  • se l'aggressore prova per davvero dolore ci penserà due volte prima di portare nuovamente lo stesso attacco.
Ecco allora che la "parata" da una percossa sarà a sua volta un colpo portato all'avambraccio o al polso dell'avversario (possibilmente aprendogli la guardia) cui farà seguito un contrattacco a un punto sensibile (magari mento o naso).

Abbiamo visto inoltre una tecnica di difesa da attacchi frontali di pugno diretto mediante deviazione verso il basso con mano aperta e dite serrate con contrattacco al volto.

Infine, prima del potenziamento, abbiamo esercitato nuovamente le capriole.

Oss!

Lezione n.57 del 11/05/2017


Lezione dedicata alle proiezioni.

La prima tecnica provata consisteva nel liberarsi da una presa da dietro mediante pestone e/o gomitate sulle costole per poi effettuare una proiezione in avanti dell'avversario dopo averlo afferrato per il braccio.

La seconda invece consisteva nel deviare un attacco frontale di pugno con un colpo di avambraccio cui faceva seguito un sabaki esterno finalizzato a colpire la schiena dell'avversario con una gomitata e proiettare lo stesso afferrandolo dal collo.

Dette così sembrano complicate, ma possiamo tranquillamente rivederle in palestra!

Oss!

mercoledì 10 maggio 2017

Lezione n.56 del 09/05/2017



La lezione è stata dedicata ad un nuovo punto sensibile: il tarso, la regione del piede poco al di sotto della caviglia.
Diciamo, per capire agevolmente soprattutto in caso di difesa da strada, il punto corrispondente all'allacciatura delle scarpe.
Un pestone tirato lì, anche qualora non dovesse arrecare un danno serio come una frattura, sarà comunque causa di forte dolore e di conseguente difficoltà motoria.
Il pestone va però tirato bene e per questo lo abbiamo allenato scomponendolo nei quattro movimenti.

Abbiamo poi allenato lo stesso tipo di attacco, ma questa volta in avanti e mirato alla tibia subito al di sotto del ginocchio.
Un calcio che, se ben portato, può essere davvero devastante.
Approfondiremo tutto nelle prossime lezioni!

martedì 9 maggio 2017

Lezione n.55 del 04/05/2017



Dopo la leva al polso si passa a una leva più complessa, volta a sottomettere in modo ancora più netto l'avversario,
Se a una presa al polso si effettua anche un bloccaggio al gomito o alla spalla si potrà bloccare l'avversario in modo ancora più efficace.
Ovviamente serve prima una reazione decisa, accompagnata da una movimento sicuro e veloce.
Abbiamo provato più versioni di questi bloccaggi in coppia.
Abbiamo anche introdotto le capriole, di cui approfondiremo a breve le diverse applicazioni!
Per ora ci siamo limitati a "imitare i vermicocoli"!!!
Oss!

Lezione n.54 del 02/05/2017



Lezione dedicata nuovamente alle leve articolari, in particolare a quella del polso.
Abbiamo aggiunto poi la torsione alle dita, strategica per uscire fuori da diverse situazioni, anche intricate.
Il vostro avversario potrà essere grande, grosso e forte quanto volete, ma una leva al mignolo può tranquillamente sottometterlo!

martedì 2 maggio 2017

Lezione n.53 del 27/04/2017



Lezione dedicata all'approfondimento delle leve articolari al polso.
In particolare questa volta abbiamo lavorato non a coppia, ma ciascuno provando su se stesso una presa al polso con la mano opposta.
Questo per far sviluppare una maggiore sensibilità e capire come una leva può far male se ben applicata.
Abbiamo inoltre lavorato sul calcio circolare, allenandolo in bianco e ai colpitori aggiungendo un ostacolo per spingere ad alzare meglio la gamba e soprattutto per allenare il richiamo della gamba stessa una volta tirato il calcio.
Torneremo necessariamente su questi argomenti!

Oss!

mercoledì 26 aprile 2017

Lezione n.53 del 24/04/2017



Questa settimana la lezione è stata occasionalmente anticipata al lunedì per via della festività del 25 aprile.

Abbiamo visto innanzitutto delle altre applicazioni del sabaki, questa volta approfondendo il movimento e la reazione e lasciando la prosecuzione della tecnica all'istinto individuale, facendo improvvisare un attacco diverso a ciascun allievo.

Successivamente abbiamo continuato a vedere la spazzata, studiando questa volta la posizione del piede e la giusta contrazione delle dita, così come per il pugno del resto!


Torneremo ovviamente ad approfondire l'argomento.

Oss!

Lezione n.52 del 20/04/2017



La lezione di oggi ha avuto come oggetto la difesa da un placcaggio, situazione che può tranquillamente verificarsi in una rissa.

Se abbiamo la giusta distanza, riuscendo quindi ad avere lo spazio sufficiente per reagire PRIMA che il nostro avversario riesca a prenderci, possiamo

  • evitare l'attacco, magari schivando, e contrattaccare subito dopo
  • colpire l'avversario, possibilmente in testa, dal momento che generalmente chi "placca" va con la testa protesa in avanti senza protezione alcuna
  • effettuare un sabaki sfruttando la sua forza e scaraventandolo via.
Se invece questa distanza non ce l'abbiamo, anche qualora dovesse riuscirci a buttarci a terra, dobbiamo in ogni caso effettuare una presa al collo.
Di questa presa però, per ovvi motivi, ne parleremo solo in palestra.

Oss!

Lezione n.51 del 18/04/2017




La lezione di giovedì 13, viste le numerose assenze per le festività pasquali, si è basata sul potenziamento fisico mediante circuito.

Martedì 18, invece, abbiamo dedicato la lezione all'applicazione del sabaki.
Innanzitutto come reazione a una presa da dietro con una sola mano, utilizzando il sabaki e contemporaneamente sferrando un attacco con la mano corrispondente alla spalla afferrata.

Dopodichè abbiamo visto quanto importante sia il sabaki per e proiezioni.
Usando la forza minima ma mantenendo il baricentro basso, con il corpo dritto, contraendo gli addominali e muovendo in armonia tutto il corpo insieme, abbiamo vista due proiezioni, una mediante presa per la giacca dell'avversario, l'altra mediante presa per le orecchie.

Si tornerà ad approfondire questi argomenti!

lunedì 17 aprile 2017

Lezione n.50 dell' 11/04/2017


Lezione prettamente di ripetizione, basata su combinazioni di calci e pugni uniti a una forte fase di preparazione fisica mirata soprattutto al preventivo smaltimento delle calorie pasquali!

Alla fine abbiamo approfondito una tecnica di liberazione da presa al polso aggiungendo la variante, dopo la reazione, della presa al mignolo e anulare dell'avversario con conseguente leva articolare.

Giovedì 13, invece, lezione dedicata al potenziamento fisico tramite un circuito.

Oss!

martedì 11 aprile 2017

Lezione n.49 del 06/04/2017


Iniziamo a parlare di COMBATTIMENTO A TERRA.

Finora abbiamo sempre considerato il combattimento in piedi ma non possiamo escludere di poter finire a terra e quindi non dobbiamo sottovalutare l'eventualità di dover combattere in una posizione apparentemente svantaggiosa.
Se nella scorsa lezione abbiamo introdotto la caduta "attiva" e già precedentemente avevamo visto delle tecniche da eseguire a terra, adesso introduciamo proprio il corretto approccio a questo tipo di combattimento.
Innanzitutto la posizione "spalle a terra" è svantaggiosa, quindi è meglio stare su un fianco, con la gamba opposta pronta a spingerci o a tirare calci.
Ovviamente va considerato il tipo di superficie su cui ci troviamo e che sicuramente influenzerà il nostro comportamento.
Se poi ci ritroveremo spalle a terra allora la nostra reazione sarà calibrata sulle intenzioni dell'avversario.
Avvinghiare le gambe ai suoi fianchi e retrovertere il bacino per tenerlo lontano impedendogli attacchi al viso.
Effettuare una presa a forbice a una gamba per sventare calci e buttarlo a sua volta a terra.
Colpirlo con una ginocchiata alla zona basso-lombare se è sopra di noi e sta cercando di strangolarci.
Queste sono solo alcune delle possibili reazioni e non è detto che non possano o debbano essere combinate tra loro a seconda delle situazioni.
Torneremo sull'argomento.

Oss!

Lezione n.48 del 04/04/2017


Lezione dedicata principalmente ad un attacco simultaneo utile per affrontare attacchi costuiti da schiaffi o pugni circolari, le classiche sventole.
Importantissimo è capire che le cosiddette "parate" altro non sono che attacchi, colpi.
Insomma non un qualcosa di passivo, ma di attivo,  volto non solo a proteggere il corpo, ma anche e soprattutto per scoraggiare l'avversario facendogli male.
In questo caso la "parata", costituita da un colpo sull'avambraccio dell'avversario con il taglio interno della mano è accompagnato da un simultaneo attacco di palmo mirato al naso.
Fondamentali sono anche la giusta distanza e il movimento dei fianchi.

Abbiamo poi introdotto la caduta.
Fondamentale è saper cadere e abbiamo visto come simultaneo a una corretta caduta possa esserci un calcio.
Si lavorerà molto su questo.

Oss!

lunedì 3 aprile 2017

Lezione n.47 del 30/03/2017


Nel corso dell'ultima lezione abbiamo approfondito le tecniche di attacco al ginocchio iniziando però con una doverosa riflessione:
Posto il fatto che l'allenamento in palestra non rende minimamente l'idea della realtà della strada, ci siamo soffermati sul ruolo di chi, durante l'allenamento della tecnica, simula la figura dell'aggressore.
Molto spesso chi attacca, per una apparentemente comprensibile forma di rispetto verso il compagno di allenamento, porta un attacco poco convinto e poco convincente, quasi con la paura di fargli male.
Attacchi volutamente portati fuori bersaglio o la cui corsa viene troppo anticipata rispetto all'impatto.
Il risultato è che chi invece deve difendersi inconsciamente capisce che lo attacco non gli creerà nessun pericolo e di conseguenza non apprenderà mai un modo efficace per difendersi.
E' la percezione del pericolo, la verosimiglianza di un attacco, la consapevolezza che se non ci si impegna ci si fa male che può portare a migliorare una tecnica reale.
Già l'allenamento in palestra crea situazioni necessariamente controllate di cui solamente i principi, ma non certo le esecuzioni, trovano applicazione in contesti reali, ma se poi è anche praticato in modo reale e troppo controllato, allora non avrà alcuna utilità.
Arrivati a questo punto è il momento di uscire dalla sicurezza in palestra e bisogna avvicinarsi sempre più alla realtà nell'impatto, portato o subito.

venerdì 31 marzo 2017

Lezione n.46 del 28/03/2017


Lezione dedicata alle leve sul ginocchio.
Molto importante è capire, come sempre, DOVE colpire, COME colpire e soprattutto QUANDO colpire.
In allenamento abbiamo provato delle uscite su un lato, in risposta ad un attacco di pugno, cui faceva seguito un calcio tirato sulla parte laterale gel ginocchio.
Ma anche su quella posteriore e frontale, sfruttando il peso e la forza dell'avversario per fare da leva.
Successivamente Marco ha mostrato una tecnica micidiale da terra, sempre rivolta a rompere l'articolazione del ginocchio, ma per ovvi motivi non la descriviamo qui e la ripeteremo a lezione.

Oss!

venerdì 24 marzo 2017

Lezione n.45 del 23/03/2017

 

Lezione dedicata al ripasso e all'approfondimento di alcune tecniche.
Innanzitutto abbiamo lavorato con i bastoni, ripetendo tecniche di maneggio e provando nuovi attacchi dai lati.
Successivamente abbiamo ripetuto le schivate con la corda tesa.
Infine tecniche a coppia con i colpitori, per schivata e contrattacco.
Al termine dell'allenamento la fase di rilassamento muscolare è stata dedicata alla ripetizione dell' yi jiin jing, la forma di qi gong che stiamo studiando dall'inizio del corso.

Oss!

Lezione n.44 del 21/03/2017


Prendendo spunto dagli allenamenti pugilistici la lezione si è svolta lavorando sulle tecniche di schivata.
Abbiamo teso una corda lunga 10m e bisognava percorrerla tutta avanzando a destra e a sinistra della stessa effettuando delle schivate e portando poi un pugno a un colpitore tenuto da un istruttore.
Successivamente sono stati usati nuovamente i bastoni morbidi per allenare schivata e contrattacco.

Oss!

Lezione n.43 del 16/03/2017


Andando avanti con il programma si prova ad abbandonare l'accademicità delle tecniche studiate in palestra per avvicinarsi sempre di più alla realtà della strada.
Utilizzando il bastone, ad esempio, gli attacchi in palestra saranno sempre condizionati dal rispetto per il proprio compagno di allenamento.
Sacrosanto, ci mancherebbe, ma poco utile per chi poi, trovandosi di fronte a una situazione di vero pericolo, può fare affidamento solo su quanto sperimentato in palestra.
Per questo abbiamo lavorato con dei bastoni di gomma rigidi ma estremamente morbidi.
Sapendo di non arrecare danno al proprio compagno, chi attacca non avrà remore e chi reagisce, avvertendo comunque il pericolo di un attacco reale, sarà portato ad effettuare la tecnica di difesa impegnandosi al 100%.
L'allenamento quindi si è svolto simulando attacchi reali di bastone e facendo allenare delle reazioni altrettanto reali.

Oss!