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mercoledì 20 novembre 2013

All'indomani di una sconfitta



La sconfitta non è un'umiliazione, ma un'eventualità.
Non è grave se perdi.
Sarebbe grave se all'indomani della sconfitta non ti svegliassi con gli occhi infuocati e non ricominciassi più forte di prima, ricordandoti che il passato non conta.
E che l'obiettivo è l'orizzonte.

martedì 19 novembre 2013

Il coraggio di provare a sorridere



Qualche tempo fa, mentre facevo due passi nei pressi di Piazza Mazzini, mi sentivo giù ed ero un po' nervoso per quelli che pensavo fossero dei problemi.
Il concorso che stentava a giungere al termine, qualche incomprensione di troppo fuori e dentro casa, situazioni evolute in modo diverso da quello che speravo e soprattutto un generale senso di stanchezza che mi ha accompagnato nelle ultime settimane.
Mentre rimuginavo su tutto questo mi accorsi che camminava in direzione opposta alla mia, sullo stesso marciapiede, una famiglia con una ragazzina con evidenti problemi fisici e mentali che, con tutta probabilità, l'hanno sempre accompagnata sin dal giorno della sua nascita.
Ad un certo punto dal negozio di cd musicali che era lì vicino partì della musica e all'improvviso il volto fino a quel momento malinconico di quella ragazza cambiò e le spuntò un enorme sorriso.
E iniziò a ballare, visibilmente felice.
Le era bastato così poco per sorridere in quel modo.
Nonostante tutti i problemi, sicuramente più seri dei miei, che aveva le era bastato sentire della musica per trovare l'entusiasmo di sorridere e ballare.
Passiamo troppo tempo a lamentarci di ciò che crediamo siano problemi, e ogni giorno perdiamo tante occasioni per sorridere.
Non ci rendiamo conto di come in realtà chi davvero soffre sa sfruttare ogni occasione per vivere un momento di felicità, che può essere trovato soprattutto nelle piccole cose.
In quel momento rimasi pietrificato, riflettendo su come in quei giorni mi fossi perso in un bicchiere d'acqua, quando invece, forse, sarebbe bastato il coraggio di provare a ballare.

Il viaggio continua


Il passato può anche far male e il futuro può anche essere incerto, ma ciò che conta è solo il fatto che ora sei qui.
Se sei arrivato a questo punto non importa se ci sei arrivato con le ossa rotte, con tante cicatrici o con qualche ferita ancora aperta.
Ciò che conta è che ora sei qui, ora, in questo momento, a questo punto.
Ma questo non è altro che un nuovo punto di partenza.
Il viaggio continua!

L'inizio di un grande futuro



Basta fermarsi un attimo e capire che c'è un'energia che guida le nostre vite...
Che ci insegna che forse non è un caso che siamo giunti fino a un certo punto e che l'unico modo per capire che futuro ci aspetta è cercare di comprendere il passato.
Ma poi capisci che il passato non ci appartiene più e il futuro cambia a ogni passo che compi.
Un passo alla volta, errore su errore, fallimento dopo fallimento... Guardando le proprie cicatrici e sorridendo per ognuna di esse...
Un grande futuro inizia sempre da qualcosa che alla fine non è poi così lontana dalla punta del nostro naso!

lunedì 18 novembre 2013

Hic et nunc: la vita come un continuo punto di partenza


La difficoltà nel trovare le risposte che cerchiamo risiede nel non essere più abituati a porci delle domande.
La vita non sarebbe complicata se per un attimo la smettessimo di guardarci con tanta insistenza intorno e cercare le soluzioni al di fuori o peggio ancora nel passato o nel futuro.
Oggi, dentro di noi.
È qui che risiede la soluzione.
Ma per trovarla bisogna camminare lungo un sentiero pieno di ostacoli e sconosciuto, che è dentro ogni persona.
Un sentiero che per molti è stato ricoperto di asfalto, per renderlo forse più comodo, ma di sicuro senza anima e con una destinazione che ha stabilito qualcun altro.
Torniamo a essere padroni di noi stessi.
Riscopriamo le vie più impervie, stabiliamo noi la nostra destinazione.
Ciò che è passato ci dice da dove stiamo venendo, ma non dove andremo.
E il dove andremo lo scopriremo un passo alla volta.
A cominciare da qui.
A cominciare da ora.

martedì 8 ottobre 2013

Piccola comunicazione di servizio


Visto che quando piove Lecce diventa come Venezia, la traversa di via Merine che porta al palazzetto (via caduti di Nassiriya) potrebbe essere chiusa anche oggi..
Per raggiungere senza problemi il palazzetto si può tranquillamente prendere la traversa grande che venendo da Lecce è subito prima, cioè via Nullo D'Amato!
A dopo!

Oss!

venerdì 20 settembre 2013

Si ricomincia!



Finalmente ci siamo!
Da ottobre fino a Natale riprenderanno a Lecce, sempre presso il palazzetto dello sport di Via Merine, i corsi di Ki. Ju. Go.
La novità di quest'anno è che le lezioni settimanali saranno in orario serale il martedì e il giovedì dalle 21:30 alle 22:30, un orario scelto apposta per chi ha esigenze di lavoro e di studio.
La lezione durerà dunque un'ora, durante la quale si lavorerà molto sulla preparazione fisica e sull'affinamento delle più efficaci tecniche di difesa personale.
L'obiettivo è quindi quello di fornire un'adeguata preparazione fisica e soprattutto mentale per poter acquisire sicurezza nei propri mezzi, fiducia in se stessi ed elevata reattività nelle principali situazioni di pericolo.
Vi aspettiamo per una nuova avventura insieme!
Oss!


martedì 13 agosto 2013

Lo spirito conta più della tecnica.


"Tra gli allievi di Bokuden ce n'era uno dotato di straordinaria abilità tecnica.
Una volta, mentre camminava per strada, l'allievo passò vicino a un cavallo ombroso che improvvisamente gli sferrò un calcio, ma lui compì un'abile schivata per evitarlo e sfuggì all'incidente.
i testimoni presenti dissero: "la fama di essere uno dei migliori allievi di Bokuden è pienamente meritata. Bokuden non tramanderà sicuramente ad altri i suoi segreti."
MA quando Bokuden seppe di questo incidente si inquietò molto e disse: "mi sono sbagliato sul suo conto", poi lo espulse dalla sua scuola.
Nessuno degli altri allievi comprese il pensiero di Bokuden, e decisero che non si poteva far altro che imitare il modo in cui il maestro stesso si sarebbe comportato in simili circostanze.
per fare ciò, attaccarono un cavallo particolarmente bizzoso a un carro sulla strada lungo la quale sapevano che Bokuden sarebbe passato.
Spiarono di nascosto la scena da una certa distanza e con grande sorpresa videro Bokuden attraversare la strada per andare dalla parte opposta standosene bene alla larga dal cavallo.
Questo finale colse tutti alla sprovvista e in seguito, dopo aver confessato a Bokuden il loro esperimento, gli chiesero per quale motivo avesse cacciato così all'improvviso il suo discepolo.
Bokuden rispose: "se una persona ha un'attitudine mentale che la porta a camminare distrattamente vicino a un cavallo senza considerare le sue possibili reazioni, essa è una causa persa per un insegnante, non importa quanto si applichi allo studio delle tecniche. Credevo che lui fosse una persona dotata di maggior buon senso, ma mi sbagliavo." 

(Tratto da G. Funakoshi, I venti principi del Karate, Edizioni Mediterranee)

Non è un caso che io abbia scelto questo breve racconto per iniziare a scrivere su questo blog dedicato al Ki. Ju. Go. e, in generale, alle arti marziali.
Anche il titolo non è casuale ed altro non è che il quinto dei venti principi del Karate elencati dal Maestro Gikin Funakoshi.
Lo spirito conta più della tecnica.
Se agli occhi della gente comune il far fronte ad un pericolo attuale e concreto sfoderando una tecnica magistrale può essere visto come una cosa strabiliante e degna di profonda stima, per un vero artista marziale ciò che realmente conta è lo stare decisamente alla larga dai guai.
Il cambiare strada per evitare il cavallo bizzoso può rappresentare infatti una metafora di tutta una serie di accorgimenti che sono alla base dello spirito del Karate e nello specifico, dato che è di questo che ci occupiamo in questa sede, della difesa personale.
La difesa personale, infatti, parte proprio dallo spirito, la cui maturazione ci può portare ad evitare fino all'ultimo proprio quelle situazioni per cui alla fine può risultare necessario lo scontro fisico.
Ma lo scontro fisico è proprio ciò che un vero artista marziale, e in ogni caso ogni persona assennata, deve evitare a tutti i costi in quanto anche un semplice "cazzotto", se tirato nel punto giusto (e di "punti giusti" nel corpo ve ne sono anche troppi!) e con la giusta potenza, può arrecare danni seri all'organismo, spesso purtroppo anche irreparabili.
La difesa personale, quindi, non deve intendersi solamente come lo studio di tecniche di combattimento utili a difendersi da un'aggressione, ma deve coincidere con una maturazione dello spirito tale per cui l'uso della forza non rappresenti altro che una "soluzione estrema" allorché l'aggressione non sia altrimenti evitabile.
Ho ritenuto necessaria questa premessa in questo mio primo intervento, in quanto sono convinto che lo studio delle arti marziali debba coincidere con un atteggiamento contrario alla violenza e che debba mirare ad un benessere fisico, mentale e spirituale.
In questo blog cercherò di trasmettere il mio amore per le arti marziali e il mio modo di vivere le stesse, dentro e fuori dal dojo, partendo dalla pratica del Ki. Ju. Go. e spaziando a 360 gradi per tutto l'universo del Karate, per condividere insieme a chiunque abbia interesse questo mio magnifico viaggio lungo la Via.
Un ringraziamento particolare va al mio Maestro, Cosimo Spedicato, che mi ha indicato la Via e che mi accompagna ogni giorno in questo cammino.
Ma soprattutto il mio grazie va a tutte le persone che praticano con me il Ki. Ju. Go., grazie alle quali ogni giorno percorro un nuovo passo importante nella misteriosa e affascinante strada delle arti marziali.
Oss!