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lunedì 30 ottobre 2017

Lezione n.8 del 26/10/2017


Abbiamo iniziato lo studio dei punti vitali iniziando da uno dei più intuitivi: il NASO.
Sporgente e composto prevalentemente di cartilagine si presenta come un bersaglio facile da raggiungere e molto efficace in quanto può essere efficacemente colpito in due modi.

Se colpito "dritto per dritto" può facilmente portare alla rottura della crista galli (strato osseo retrostante) portando a un ingente sanguinamento e probabile lacerazione degli occhi.

Se colpito invece dal basso verso l'alto con inclinazione di 45° l'effetto è ancora più devastante: le ossa del naso potrebbero conficcarsi nel cervello causando il decesso.

Nel corso della lezione abbiamo allenato i due tipi di colpi lavorando a coppia con i colpitori.

Oss!

mercoledì 25 ottobre 2017

Lezione n.7 del 24/10/2017


Abbiamo iniziato a parlare dei punti vitali.
L'importanza di questo studio sta nel fatto che chi subisce un'aggressione parte da una serie di svantaggi rispetto all'aggressore.
Innanzitutto la vittima viene scelta: l'aggressore sceglie una "preda facile", magari distratta e dall'aria poco offensiva.
In secondo luogo l'aggressore opera generalmente in uno stato di eccitazione, con produzione corporea di endorfine che lo portano a incrementare la sua forza.
Al contrario l'adrenalina inibisce le reazioni della vittima e la indebolisce ulteriormente.
Infine è da tenere presente che l'aggressore può già essere di partenza più forte dell'aggredito.
Tutto questo per ribadire che senza una reazione efficace le tecniche possono non funzionare.
E per essere efficace una rezione deve essere mirata a colpire uno dei punti vitali, quei punti che, se colpiti nel modo giusto, possono portare stordimento, perdita dei sensi o addirittura morte.
Nel corso delle prossime lezioni studieremo a uno a uno i principali punti vitali, come colpirli e gli effetti che ne scaturiscono.

Oss!


lunedì 23 ottobre 2017

Lezione n.6 del 19/10/2017


Abbiamo iniziato a parlare di uno dei movimenti fondamentali delle arti marziali: il Sabaki.
Per capirlo dobbiamo pensare a un compasso, le cui gambe rimangono alla stessa distanza, senza mai incrociarsi, con la punta ben salda sul foglio, mentre l'altra gamba disegna un semicerchio ruotando sul perno centrale (la nostra testa).
In questo modo ci sposteremo mantenendo saldo l'equilibrio, ma soprattutto potendo sfruttare al meglio il nostro baricentro.
Vedremo che il sabaki sarà fondamentale per gli spostamenti, ma anche per effettuare leve e proiezioni!

Oss!

sabato 21 ottobre 2017

LA PALESTRA APRE I BATTENTI!


Lunedì 23 e Mercoledì 25 Ottobre la Scuola Izumo vi invita a due lezioni di prova gratuite!
Potrete partecipare o anche semplicemente assistere a partire dalle 20:00 a degli allenamenti specifici di Karate Shotokan tradizionale e di Difesa Personale tenuti dal Maestro Cosimo Spedicato, colui che ha portato a Lecce il Karate dopo averlo appreso dal Maestro Shirai.
Le lezioni sono aperte a tutti, indipendentemente dal grado di conoscenza nelle arti marziali e dalla preparazione fisica.
Vi aspettiamo!


mercoledì 18 ottobre 2017

Lezione n.5 del 17/10/2017


L'importanza della REAZIONE.
Il filo conduttore del Ki. Ju. Go. è e sarà sempre lo stesso: le tecniche di difesa personale possono essere belle e complesse quanto volete, ma se prima non reagite difficilmente potranno funzionare.
Tenete presente che l'aggressore SCEGLIE la sua vittima, quasi sempre immaginando che questa non sia in grado di reagire.
Molto spesso sceglie una vittima all'apparenza più debole e spesso è così.
Studiamo numerose tecniche e leve articolari, ma siete convinti che possano sempre funzionare contro un avversario fisicamente più forte di voi?
Prendiamo poi in considerazione un altro aspetto: chi aggredisce è anche in uno stato di eccitazione e il corpo sviluppa endorfine che gli conferiscono maggior forza nei movimenti grossolani (ad esempio prese e strangolamenti).
Viceversa chi è aggredito spesso viene preso dal panico e "si blocca", il corpo sviluppa adrenalina, le gambe tremano e la forza diminuisce.
Ecco allora che entra in gioco la reazione, che va di pari passo con lo studio dei punti vitali, numerosissimi nel corpo umano e che, se colpiti nel modo giusto, possono portare anche alla morte dell'individuo.
Di sicuro provocano stordimento, che è fondamentale in quanto l'aggressore per un attimo "perde l'attimo", cala la sua concentrazione, crolla la sua forza E SOLO ALLORA una tecnica potrà essere efficace.
Torneremo a parlarne in modo più approfondito.

Nel corso della lezione "i vecchi" hanno iniziato ad allenare combinazioni di calci e pugni in bianco.

I "nuovi" invece hanno iniziato a studiare la difesa da una presa a un braccio.
Fondamentale, come detto, è reagire.
Dopodiché bisogna sfruttare la leva del braccio: avvicinarsi "chiudendo l'ascella" trasformandolo in una leva sfavorevole e roteare il gomito verso l'esterno.
Provare per credere!

martedì 17 ottobre 2017

Lezione n.4 del 12/10/2017


Non è importante solo sapere COSA fare, ma anche e soprattutto COME farlo.
Come abbiamo visto per il pugno, un colpo sferrato male può portare più danni che benefici.
Lo stesso vale per il calcio.
Un calcio portato male può crearci seri problemi al piede e alle articolazioni, ecco perchè è importante conoscere il giusto movimento e il punto preciso dell'impatto.
Sotto quest'ultimo aspetto va precisato che storicamente a Okinawa il calcio veniva tirato con la punta del piede, ma questa veniva allenata con i makiwara, dei bersagli costruiti appositamente per rinforzare le nocche delle mani e le punte dei piedi.
Oggi generalmente le dita del piede non vengono più allenate in questo modo quindi non è difficile rompersele con una "putazza".
Vi è poi da dire che quando il karate prese piede nelle scuole giapponesi ci si rese conto che il calcio di punta fosse molto pericoloso non solo per chi lo tirava, ma anche e soprattutto per chi lo subiva.
Per questo si introdusse il calcio con l'avampiede (Koshi).
Oggi quindi come va tirato il calcio?
DIPENDE.
Dipende innanzitutto dalla posizione del bersaglio, per cui sarà meglio possibile colpire di avampiede (frontale), di tallone (ad ascia), di collo (verso l'alto), di stinco (per lo più circolari) a seconda del tipo di impatto.
Ma dipende anche dal tipo di calzature indossate, poichè una punta rinforzata in certe scarpe da donna o in certi stivali anfibi possono conferire al calcio un effetto devastante.
Detto questo vedremo nelle prossime lezioni come effettuare il giusto movimento.

Oss!

mercoledì 11 ottobre 2017

Lezione n.3 del 10/10/2017


Che vuol dire "Difesa Personale"?
O meglio, a che si riferisce quel "Personale"?
Una prima risposta può sicuramente essere "difendere la propria persona".
Ottima risposta, ma ne suggerisco anche un'altra, che parte dal presupposto che "Personale" andrebbe meglio inteso come "Personalizzabile"!
Personalizzabile nel senso che non dobbiamo essere noi ad adattarci alla tecnica, ma deve essere la tecnica ad adattarsi a noi.
A noi e alle nostre caratteristiche fisiche.

Tante volte, trovandomi a parlare con vari praticanti di arti marziali mi viene posto il solito quesito: "ma è più efficace il Karate o il Kung Fu? La Muay Thai o il Judo? Il Ju Jitsu o il Pugilato? Il Tai Chi o il Tae Kwon Do? La Kick Boxing o il Ki Ju Go?"

Di solito preferisco non rispondere, perchè la domanda potrebbe essere anche legittima, ma ogni risposta potrebbe seriamente essere stupida.

Io di solito rispondo dicendo che in Cina si svilupparono innumerevoli stili di lotta, molto diversi tra loro e con principi di base totalmente differenti.
Questo non perchè ce ne fosse uno più efficace di un altro in senso assoluto, ma perchè la Cina era ed è immensa.
Da una parte erano alti, da un'altra bassi, in certe regioni l'attività principale era l'agricoltura, in altre il commercio.

Fondamentalmente a stili di combattimento diversi corrispondevano caratteristiche fisiche diverse.

C'erano quelli più predisposti per i calci, quelli più predisposti per i pugni, quelli con un fisico più adatto alla lotta a terra, quelli più agili e quelli più forti.

E ad ognuna di queste caratteristiche corrispondeva un diverso stile di lotta.

Ecco perchè trovo stupido parlare di uno stile più efficace di un altro e allora la domanda che uno dovrebbe porsi è: "Quale stile è più efficace per le mie caratteristiche?"

Ecco allora che si può comprendere il significato di quel "Personale".
Ecco che tutto si basa sulla persona, sulle proprie caratteristiche psicofisiche e sul proprio istinto.

Non si parte dalla tecnica, ma dalla persona.
Non si impara a memoria una tecnica specifica per una particolare situazione che in strada non sarà mai uguale a quello che si fa in palestra.
Si impara un principio, una base che ci permette grazie al nostro istinto di creare la nostra tecnica, sul momento, grazie alla reattività.

E' inutile imparare a memoria le espressioni matematiche, ma è fondamentale imparare a risolverle grazie ai principi della matematica.
Si parte dalle tabelline, dall'abc.

E l'istinto?
L'istinto è reagire con un principio fatto proprio con l'allenamento.
Allenare il principio finchè non diventa parte di noi, finchè una reazione non sarà istintiva, fatta senza pensarci.
E' un po' alla base di quello che in Giappone chiamavano Mushin, cioè "Non Mente".

Vi aspettiamo per approfondire in modo sempre più pratico l'argomento!

martedì 10 ottobre 2017

Lezione n.2 del 05/10/2017


Premessa fondamentale della difesa personale è la REAZIONE, di cui parleremo abbondantemente nel corso delle prossime lezioni.
Tuttavia è importante, proprio a tal proposito, anticipare un elemento importantissimo, cioè il PUGNO, che è alla base di moltissime reazioni.
Il problema fondamentale è che tirando un pugno è molto più facile farsi male piuttosto che fare del male.
Per capirlo basta notare la differenza tra le ossa della mano e quelle, ad esempio, del cranio.
Ecco che allora è inutile dire "reagite tirando un pugno" se il pugno non lo si sa tirare.
Nella Boxe, nella Kick Boxing, nella Muay Thai e in molti altri sport da combattimento si utilizzano guantoni e fasce che servono a tirare un pugno in sicurezza proteggendo le nocche e il polso.
E' ovvio che in mezzo la strada difficilmente avremo la possibilità di indossare fasce e guantoni, per cui è necessario imparare a tirare correttamente un pugno.
Per ora abbiamo accennato tre elementi:

  1. corretta chiusura della mano
  2. rotazione dell'avambraccio
  3. movimento del busto.
Per ora li abbiamo solo accennati, ma li svilupperemo nelle prossime lezioni!

Oss!

mercoledì 4 ottobre 2017

Lezione n.1 del 03/10/2017


Dopo la pesante preparazione fisica fatta a settembre (durante la quale tuttavia, secondo Marco, "non abbiamo fatto niente!") abbiamo inaugurato il corso con due importanti "giochi" che, secondo i principi della ginnastica M.A.N. sono utilissimi per apprendere la tecnica quasi senza accorgersene.
Il primo gioco (e i nostalgici capiranno la foto) è il c.d. "gioco del coccodrillo" consistente in una sfida 1 contro 1 in cui i contendenti si sfidano muovendosi nella posizione di partenza delle flessioni sulle braccia e cercando di far cadere l'avversario afferrandogli il braccio e facendogli perdere il già precario equilibrio.
Molto utile per sviluppare forza e resistenza.
Il secondo gioco consisteva invece nel simulare un combattimento in cui tuttavia l'unico obiettivo è riuscire a toccare la spalla dell'avversario.
All'inizio l'avversario potrà solo schivare o evitare in modo passivo, ma man mano che si andrà avanti diventerà sempre più attivo.
Molto utile per far acquisire una posizione che non faccia scoprire le spalle ma che anzi ci consenta ad avere il nostro aggressore sempre al vertice del triangolo con le nostre spalle.
Abbiamo anche introdotto la variante 2 contro 1.

Oss